L’esame neuropsicologico o valutazione neuropsicologica consiste nel raccogliere, esaminare e sintetizzare una serie di informazioni sullo stato cognitivo ed emotivo-comportamentale di un individuo.
Le finalità della valutazione neuropsicologica
Una valutazione neuropsicologica può essere eseguita per differenti finalità: completare o integrare una diagnosi medica, progettare un intervento riabilitativo, monitorare il decorso di alcune patologie controllandone la regressione o l’ingravescenza dei sintomi, valurare una terapia farmacologica o l’efficacia di un trattamento neurocognitivo.
Il paziente stesso, o un familiare nel caso che questi non sia in grado di intendere e volere, autorizza attraverso un consenso informato il neuropsicologo ad effettuare la valutazione neuropsicologica, sia essa a scopo clinico o forense.
Le fasi di una valutazione neuropsicologica
La valutazione neuropsicologica inizia con l’anamnesi neuropsicologica in cui il paziente – o un suo familiare – racconta la propria storia clinica e familiare allo psicologo, che raccoglie le informazioni necessarie prima di effettuare la valutazione.
È opportuno fornire quante più informazioni possibili riguardanti la propria storia clinica, passata o recente: copie di cartelle cliniche di ricoveri ospedalieri, relazioni di visite specialistiche, referti ed immagini di esami diagnostici svolti, terapie farmacologiche pregresse o in atto.
In seguito il professionista inizia il percorso per giungere a formulare una diagnosi neuropsicologica, da ottenere con l’ausilio di strumenti standardizzati. Questi vanno integrati con altri strumenti per un percorso diagnostico più ampio: l’osservazione clinica, l’anamnesi neuropsicologica e la realizzazione di un profilo neuropsicologico che emerge dall’esame di stato mentale.
L’esito della valutazione neuropsicologica può suggerire al neuropsicologo la necessità di ulteriori approfondimenti diagnostici, se necessari; oppure può confermare l’ipotesi diagnostica. In quest’ ultimo caso viene formulata la diagnosi neuropsicologica che è alla base della scelta terapeutica e/o farmacologica.
In base al quadro cognitivo-comportamentale di un paziente e all’orientamento diagnostico, lo specialista neuropsicologo delinea un protocollo di intervento di riabilitazione neurocognitiva, finalizzato al recupero funzionale delle abilità compromesse e al potenziamento delle abilità preservate.
I test neuropsicologici
Attraverso il colloquio e l’anamnesi neuropsicologica lo specialista può formulare l’ipotesi diagnostica; questa orienta la scelta dei test da somministrare, in base alle funzioni cognitive da esplorare.
I principali strumenti di valutazione neuropsicologica che somministro sono:
- MMSE – Mini-Mental State Examination,
- MoCA – Montreal Cognitive Assessment,
- AVLT – Rey Auditory Verbal Learning Test,
- Matrici Progressive di Raven,
- Aprassia Costruttiva di Milano,
- Clock Drawing Test,
- Test delle Matrici Attentive,
- AAT – Aachener Aphasie Test,
- FAB – Frontal Assessment Battery,
- Digit Span Memory Test,
- BVS – Corsi,
- WCST – Wisconsin Card Sorting Test,
- Stroop Test.
L’esito delle prove indica se la prestazione del soggetto è nella norma o patologica.
La restituzione e il referto
La valutazione neuropsicologica si completa con una relazione esplicativa dei test somministrati, dei punteggi ottenuti e con la descrizione delle prestazioni del soggetto alle singole prove.
Nella relazione sono riportati i dati anagrafici, le informazioni raccolte nell’anamnesi neuropsicologica, le considerazioni diagnostiche e infine le conclusioni. Al referto va allegata una tabella con i punteggi ottenuti nelle varie prove che vanno elencate.
La consegna del referto solitamente avviene a distanza di qualche giorno dalla valutazione neuropsicologica, mediante la restituzione in cui lo psicologo spiega al paziente – o ai familiari – ciò che è emerso dal percorso di valutazione.
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